Scopri i prossimi eventi del progetto e tutti quelli che abbiamo già fatto per promuovere il riuso dell’acqua.
Pagina dedicata alle azioni e alle attività che vogliamo attivare per divulgare il riuso dell’acqua.
L’acqua è un bene comune di cui purtroppo ci accorgiamo solo nei momenti di crisi.
Il tema del progetto è sono le politiche di produzione e gestione, l’uso responsabile e il riuso di questa preziosa risorsa.
Il progetto si propone di far conoscere il ciclo dell’acqua, come è reperibile in natura e di avviare un confronto sulle politiche di
realizzazione e gestione delle infrastrutture che la rendono disponibile alla collettività. Ci si propone di approdare a un approccio
culturale innovativo sull’uso e sulla circolarità del modello di gestione che ponga in essere soprattutto un nuovo paradigma virtuoso per
la raccolta delle acque e la conseguente depurazione per usi civili, agricoli e industriali.
Parlare di acqua, per il nostro Distretto non può prescindere dal principale bacino alimentato dal fiume Marecchia, straordinaria e
fragile risorsa.
Il fiume nasce nel comune di Badia Tedalda in Toscana dall’Alpe della Luna (Monte Zucca 1.263), nei pressi della località Pratieghi
sull’Appennino tosco-romagnolo. Il suo corso di 70 km si sviluppa in Toscana ed in Emilia Romagna lungo la Valmarecchia , ricevendo
l’apporto di diversi affluenti. Con letto ampio e ciottoloso il fiume raggiunge la città di Rimini dove sfocia nel Mare Adriatico.
In passato, il tratto finale (circa due chilometri) del suo corso transitava sotto al ponte di Tiberio per poi gettarsi in arrivare al mare lungo il al
termine del porto canale. A seguito della deviazione di inizio XX secolo la foce attuale è situata nei pressi di San Giuliano Mare.
Parlare del Marecchia come immensa riserva di acqua, significa parlare di una caratteristica geologica del fiume Marecchia che è quella di
avere una notevole portata d’acqua sotto il substrato del suo letto di scorrimento. Questo è il cosiddetto conoide del Marecchia che
raggiunge la profondità di circa 200 metri, creando un enorme invaso sotterraneo capace di contenere la preziosa risorsa in quantità
che si calcola tre volte quella del bacino artificiale di Ridracoli.
La visione è quella di riuscire a favorire un processo in grado di coniugare sviluppo economico legato al anche al turismo e uso della
risorsa con una gestione ambientalmente compatibile. Gli interventi si propongono di promuovere una nuova cultura che vada oltre il
consumismo e che coniughi l’uso della risorsa con la necessità di pratiche volte al riuso, alla non dispersione e alla modificazione di
abitudini personali e sociali.
Circolarità, sostenibilità e responsabilità nell’uso e nell’educazione delle persone, in particolare dei giovani.
Le attività sono finanziate con Fondi del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.